🔥LEGGE ZAN SENZA COMPROMESSI🔥

Siamo alcuni dei collettivi, associazioni e singol* della comunità LGBTQIA+ che si sono ritrovati nella piazza nazionale del 15 maggio a Roma, la stessa che ha visto una marea invadere Piazza del Popolo per salvare il DDL Zan dalle forze politiche -come Italia Viva in questo momento- che volevano depotenziare la legge fino a renderla inutile.

🔥LEGGE ZAN SENZA COMPROMESSI🔥

Per questo motivo tra il 12 e il 14 luglio faremo sentire nuovamente le nostre voci: vogliamo #ZanSenzaCompromessi!
Emendamenti e prese di posizione come l’ennesimo attacco che Italia Viva ha lanciato negli ultimi giorni rivelano come la loro posizione sia in tutto e per tutto allineata alla crociata anti gender e alle posizioni della destra catto-fascista.

Proprio a loro vogliamo fare arrivare la nostra voce, attraverso un mail-bombing ai/alle parlamentari che oggi tengono in scacco la legge, accompagnato da una serie di azioni dimostrative e presidi che attraverseranno tutta Italia.

Lo facciamo perché questo dibattito ha reso chiaro come il diritto venga considerato solamente un intervento punitivo, dopo che le violenze sono avvenute. Noi crediamo che questa visione tradizionale della legge sia completamente insufficiente a cogliere la complessità della società e i bisogni che le persone esprimono.

Il diritto non ha la sola funzione di sanzionare, deve essere invece veicolo di azioni positive esercitando una funzione educativa e formativa. Ad oggi non sono stati stanziati fondi sufficienti per un reale intervento di contrasto alla violenza contro le persone LGBTQIA+ e contro le persone con disabilità, neanche nella versione adesso in esame: la legge va approvata e successivamente andranno potenziati i fondi a supporto.

Ci serve una legge che assicuri la possibilità di fare formazione sulle questioni di genere nei contesti formativi di qualsiasi livello, una legge che non agisca sul “dopo”, ma sul “prima”. Nell’articolo 7 l’emendamento proposto è incentrato sul “pieno rispetto dell’autonomia scolastica”.??? Tale proposta porta a un inasprimento delle differenze economiche e territoriali delle varie realtà scolastiche in una logica di deresponsabilizzazione dello Stato in materia didattica, che comporta una delega di responsabilità politiche a enti amministrativi. Non riteniamo che l’educazione alla sessualità, al genere e alle differenze possa essere a discrezione dellə presidi delle scuole. L’emendamento sull’autonomia scolastica significa inoltre arrendersi all’ingerenza del Vaticano nella politica italiana: questo per noi è inaccettabile, così come non è accettabile avere istituti scolastici paritari che da un lato vogliono pagare meno tasse e dall’altro vogliono esimersi dal fare formazione circa la Giornata Internazionale contro l’Omo-lesbo-bi-transfobia. Riteniamo invece che una legge incentrata al contrasto della violenza su persone lgbtqia+, donne e persone disabili debba incentivare una formazione sulla prevenzione della violenza nella tutela di ogni diversità.

È necessario operare un ribaltamento rispetto alla tradizionale visione del diritto che permane in questo paese e pensare in termini di diritto flessibile; il primo emendamento proposto da Italia Viva cancella l’articolo uno, incentrato sulle definizioni di genere, orientamento sessuale, identità di genere e di sesso. Fermo restando che definizioni di “identità di genere” esistono ormai da decenni in ambito comunitario, accademico e politico. lDalla più importante della World Health Organization ai riferimenti contro il bullismo e cyberbullismo basato sull’identità di genere nelle linee guida del MIUR qui in Italia., abbiamo ancora qualcosa da dire.
L’abbiamo ribadito in passato e lo ribadiamo ancora: lei definizioni proposte da chi si oppone al ddl rendono invisibili tantissime persone che vivono condizioni di marginalità che la legge dovrebbe invece tutelare. Tale emendamento non solo non accoglie le criticità che abbiamo sottolineato a gran voce in questi mesi, ma invece fa sue le istanze della destra patriarcale, maschilista, omolesbobitransobica e abilista. Non lasceremo che le persone transgender siano l’ennesimo pezzo di noi sacrificabile!

Non vogliamo definizioni dure, che hanno dato vita a contrapposizioni binarie, ma invece vogliamo definizioni leggere che devono essere proposte dalla comunità. Abbiamo visto nella prima fase di audizioni alla camera come le persone scelte siano state completamente inadeguate rispetto alle persone che la legge dovrebbe tutelare. Come donne, persone lgbtqia+ e disabili vogliamo prendere parola e non diventare ulteriormente invisibili!

Il modello di legge Scalfarotto, preso a modello dagli emendamenti proposti da Italia Viva, si riferisce solo a persone omosessuali e transessuali, rendendo invisibili ancora una volta tantissime soggettività discriminate per orientamento sessuale, genere e identità di genere.

Matteo Renzi ci invita al compromesso, ma noi non vogliamo nessuna legge a ribasso sui nostri corpi. Compromesso oggi vuol dire affossare la legge: vogliamo la legge Zan subito e senza compromessi!

🟣12: MOBILITAZIONE ONLINE🟣

Diamo vita tutt* insieme alla mobilitazione online attraverso l’invio massivo di email a chi voterà in Senato e il social bombing sotto i canali di Italia Viva

➡️Testo preimpostato per email:

All’attenzione dei senatori e delle senatrici,

Siamo associazioni, gruppi, persone LGBTQIA+ che in questi mesi si sono mobilitatə nelle piazze e nelle strade del Paese per rivendicare l’approvazione del DDL Zan e molto di più. In questi ultimi giorni si è cercato di imporre l’ennesimo compromesso al ribasso sui nostri corpi, con la scusa che in Senato non ci sarebbero i numeri per approvare una legge già frutto di un compromesso. Quello che manca non sono i numeri ma la volontà politica: vogliamo l’approvazione del DDL così com’è, subito!

È inconcepibile dover assistere ad un dibattito sterile dove le nostre voci sono silenziate e dove si giocano strumentalizzazioni e strategie politiche sulle nostre esistenze. C’è chi paragona le nostre relazioni a incesti e abusi, chi le nostre identità a vezzi e vizi. Ora basta!

Chiediamo ad ogni senatore e senatrice di votare favorevolmente questa legge così com’è ora, che vede il nostro Paese anche troppo in ritardo. Questa situazione non è più sostenibile e vogliamo risposte concrete subito!

➡️Social Bombing

͟H͟O͟W͟ ͟T͟O͟: ͟
1) Attendi il count down fino a LUNEDì 12 LUGLIO ALLE ORE 14
2) Copia il messaggio preimpostato con le nostre rivendicazioni che trovi qui sotto
3) Vai alla pagina facebook (https://www.facebook.com/italiaviva/ ) o instagram (https://instagram.com/italiaviva?utm_medium=copy_link) di Italia Viva
4)Commenta l’ultimo post con le tue rivendicazioni rispetto al DDL ZAN o copia-incolla uno dei messaggi preimpostati
5) INVIA e insieme facciamoci sentire!
6) Inoltre, se ti va, scrivi un post con allegato il tuo messaggio. Così il social bombing avrà ancora più eco!

Esempi di messaggio:

Vogliamo il DDL Zan subito e senza emendamenti! #zansenzacompromessi #ddl_zan_subito

Nessun compromesso sui nostri corpi! #zansenzacompromessi #ddl_zan_subito

Vogliamo educazione sessuale, alle differenze e all’affettività nelle scuole! #zansenzacompromessi #ddl_zan_subito

Il genere lo scegliamo noi! #zansenzacompromessi #ddl_zan_subito

 

🟢13 e 14: Azioni diffuse in tutta Italia! 🟢
Rimani aggiornat* sulle pagine social locali per sapere cosa avverrà nei due giorni di mobilitazione!

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ATN Associazione Transessuale Napoli
Agedo Nazionale
MIT – Movimento Identità Trans
Cassero LGBT Center
Collettiva Matstutake
Rivolta Pride
Bside Pride
Laboratorio Smaschieramenti
PLUS
Associazione Libellula
Libere Soggettività Trans* Non Una di Meno
ACT Associazione Consultorio Transgenere
Sunderam Onlus Identità Transgenere Torino
NovarArcobaleno
Rete Brianza Pride
Collettivə Bruna
Link Coordinamento Universitario
Rete della Conoscenza
Prisma – Collettivo Lgbtqia+ Sapienza
Brianza Oltre l’Arcobaleno
Rete Genitori Rainbow
Sentinelli di Roma
UgualMente Frosinone
UniLGBT
SPIGA Sardegna
La MALA Educacion
Liberazione Queer+ Messina
Ombre Rosse
Mujeres Libres Bologna
AGEDO Roma
Associazione Melitea
Cattive Ragazze
Collettivo Marielle Roma Tre
Da’ Voce al Rispetto
Di’ Gay Project
Gaynet Italia
Gaynet Roma
Lucha y Siesta
Rete Studenti Medi
Unione degli Studenti
Ufficio Nuovi Diritti CGIL Nazionale
Ufficio Nuovi Diritti CGIL Roma e Lazio
Associazione N. I. C. H. E.
KOMOS – Coro LGBT di Bologna
PRIDE OFF
Orgoglio Bisessuale
Arcigay Valle D’Aosta Queer VDA
Lesbicx
Arcigay Gioconda Reggio Emilia aps

Caso Tringali, le associazioni insorgono e lanciano una petizione: “Noi in DAD, loro in FESTA! No a scuola del privilegio”

Comunicato Stampa:

Caso Tringali, le associazioni insorgono e lanciano una petizione: “Noi in DAD, loro in FESTA! No a scuola del privilegio”.

Con la campagna #noScuoladelPrivilegio si chiede che il Sindaco De Luca e l’Assessora relazionino in Consiglio Comunale su quanto accaduto.

Il 22 febbraio scorso in Italia vigeva un divieto, un divieto presente tutt’oggi, causa pandemia: è vietato organizzare feste private. Nonostante questo divieto, quel giorno l’Assessora Laura Tringali festeggia il suo compleanno nelle sale dello stesso Istituto che dirige, l’IIS Antonello, in compagnia di docenti, personale ATA e collaboratori scolastici. Nello scusarsi, definendola una “prassi consolidata”, aggiunge che è stata “una sorpresa organizzata da altri” nonostante sia stato seguito il suo ordine diretto di rinforzare la “pausa pranzo” per una quindicina di persone con monoporzioni, dolce e spumante: un vero e proprio servizio di catering che, in mancanza di chiarimenti sul punto, sembrerebbe essere stato offerto dai ragazzi dello stesso Istituto Professionale Antonello. È accaduto qualcosa di grave, e a crederlo non siamo soltanto noi, come testimoniano l’interrogazione parlamentare e l’intervento della sottosegretaria all’istruzione, Floridia (realizzatosi come approfondimento da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale).

Come associazioni e forze civiche rappresentanti di una parte sofferente della città, crediamo che l’educazione sia il pilastro reggente della nostra società, eppure la classe dirigente deluchiana si dimostra incapace di valorizzarla e rappresentarla come tale. Viviamo una crisi scolastica senza precedenti, molte scuole di Messina soffrono tutt’oggi la mancanza dei dispositivi di protezione individuale ed uno scarso monitoraggio delle norme di sicurezza. Le 15 monoporzioni di pasta per la festa dell’Assessora sono state prodotte da ragazzi dell’Antonello, in piena continuità con il modello di sfruttamento imposto dall’alternanza scuola-lavoro (vigente dal 2017 ormai).

Cosa dovrebbero dire, davanti a questa festa, i gestori di bar e ristoranti della nostra città? Coloro cioè che hanno sofferto e subìto più di molti altri, a causa anche di ordinanze sindacali più restrittive, chiusure parziali e totali dei locali e limitazioni persino nelle vendite d’asporto, rinunciando all’organizzazione di cerimonie ed eventi, compleanni compresi, nel rispetto delle disposizioni dei vari dpcm ed ordinanze regionali e sindacali: subendo, al contempo, come tutti i messinesi, la retorica bellica del sindaco che definiva “disertore” o “traditore” chi non si adeguava alle prescrizioni o criticava i suoi diktat.

La vicenda riporta alla mente la questione Trimarchi, ex assessore che sotto un post facebook inerente a Carola Rackete, pensò di utilizzare un paragone transfobico (“sembra un trans”). Lo stesso personaggio che dopo la sua uscita di scena come Assessore è stato nominato “esperto di Palazzo Zanca per le politiche scolastiche”. Questo rende ancora più chiara l’inadempienza non solo della Tringali, ma di De Luca e delle sue nomine: lui stesso fa scivoloni a destra e a manca, condendo il tutto con le ennesime minacce. Appare perciò poco coerente la scusa degli insulti sessisti che De Luca tenta di usare per zittire chiunque critichi l’Assessora Tringali: non solo perché il più delle volte si confonde a proprio piacimento ruolo politico e genere, ma perché appare poco credibile accusare di sessismo che, tra gli altri, fa attivismo (sociale e politico) LGBTQ+ sul territorio.

La città, del resto, assiste a episodi simili da oltre un anno: basta ricordare la distribuzione delle uova di Pasqua mentre la città era in pieno lockdown, poco dopo la sceneggiata ai traghetti di un sindaco “Sceriffo” che voleva negare l’accesso ai fuori sede, fino all’ultima “festa di compleanno” celebrata a Palazzo Zanca pochi giorni fa. Senza contare la manifestazione dei suoi sostenitori, in teoria proprio per sostenere le politiche anti-assembramento. Crediamo che non ci sia più niente di cui stupirsi: l’Assessora ha ironicamente dichiarato di fare il compleanno ogni anno. Ebbene, le ricordiamo che i cittadini hanno rinunciato a festeggiare tappe molto più importanti della vita, come lauree, matrimoni o battesimi, per non mettere in pericolo i propri cari e rispettare le norme anti covid.

La gravità della vicenda ci impone, come forze rappresentative della città, di chiedere spiegazioni a nome di quanti oggi patiscono le conseguenze della pandemia sicuramente in forme più gravi di chi ha il privilegio di un’indennità da Assessore o di chi dichiara 1 milione di euro l’anno nel proprio reddito, come il sindaco De Luca. Studenti, privati cittadini, insegnanti e personale della scuola, persone LGBTQ+, imprenditori della notte e ristoratori hanno il diritto di sapere come sia andata la vicenda e di ricevere una risposta politica più incisiva di un’intervista. Per questo lanciamo la campagna #noScuoladelPrivilegio insieme ad una petizione #noiinDADloroinFESTA, chiedendo alle forze politiche di questa città di prendere in carico la nostra richiesta e di portarla in Consiglio Comunale e in altre forme di dibattito pubblico con la città. I tempi lo esigono, la gravità della vicenda lo rende non più posticipabile.

Liberazione Queer+ Messina

Arcigay Messina

Rete 34+
MessinAccomuna

Cambiamo Messina dal Basso

Grilli dello Stretto
UDU

Rete degli studenti medi
CUB 

Potere al Popolo Messina


Link alla petizione: http://chng.it/xdZp6BX9DQ

DOPPIO STANDARD DELLA QUESTURA?

Liberazione Queer+ Messina insieme ad altri soggetti del territorio chiede chiarezza sulla piazza dei pro-de luca.

È notizia di oggi (https://bit.ly/3ibF1Ia) che la questura avrebbe autorizzato un sit-in a favore di De Luca organizzato da un certo “Comitato IostoconDeLuca”. A questa manifestazione hanno partecipato poche decine di persone, nonostante gli organizzatori si siano giustificati dichiarando che il numero ridotto sarebbe stato dovuto alle limitazioni concordate con la Digos.

Questo è in netta contraddizione con ciò che lo stesso ufficio DIGOS ci aveva detto nel luglio scorso https://bit.ly/3ie1ILN), quando annullarono la nostra manifestazione contro le piazze in disaccordo col disegno di legge ZAN sull’omobitransfobia, obbligandoci a spostarla perché non erano intercorsi i tre giorni di preavviso previsti (art 18 tulps 773/31). In quell’occasione molte più delle poche decine dei deluchiani si sono presentate in piazza durante la nuova data, nonostante siano state sottratte del diritto politico di manifestare in contemporanea con chi avrebbe voluto i nostri diritti negati.

Evidentemente questo non vale per gli accoliti di De Luca, in barba al buon senso di dover rispettare le prescrizioni sanitarie in questo periodo cruciale. Eppure, loro dichiarano che la Digos abbia rilasciato l’autorizzazione per questo sit-in.

Noi crediamo che manifestare sia un diritto che andrebbe esercitato sempre quando ve ne fosse l’esigenza ma ci chiediamo se questo (supposto) doppio standard della questura sia un favore verso una parte politica al governo di questa città oppure, nel caso in cui non vi fosse stata alcuna autorizzazione, perché la loro manifestazione non è stata impedita come lo è stata la nostra.

La risposta a questo quesito va chiarita il prima possibile, non tanto per la necessità di “punire” i manifestanti pro-de Luca ma per chiarire invece le modalità con cui vengono concesse o meno queste manifestazioni. È una questione che non riguarda la nostra associazione -e gli altri a cui sono state vietate simili manifestazioni- quanto piuttosto l’interesse pubblico di una città a sapere perché poche persone possano manifestare quando e dove vogliono. Questa città è governata dalla legge o dal potere personale di De Luca?

Per fare luce su questo interrogativo, insieme a Rete34+, Cambiamo Messina dal Basso e Partito della Rifondazione Comunista, abbiamo inviato una lettera ufficiale al prefetto e alla questura da cui aspettiamo risposta.

Liberazione Queer+Messina, 15 gennaio 2021.

❌UN BENVENUTO A ELLIOT!❌

⁉️[…]La discriminazione verso le persone transgender è diffusa, insidiosa e crudele, che risulta in conseguenze orribili.[…] Ai leader politici che lavorano per criminalizzare la sanità per le persone trans e che negano il nostro diritto di esistere e a tutte quelle enormi piattaforme che continuano a rigurgitare ostilità verso la comunità trans: avete del sangue sulle vostre mani.[…]
‼️Questo è un estratto dalla lettera di coming out della star di Umbrella Accademy: il suo nome è Elliot Page. I giornali italiani, ovviamente, si sono sbizzarriti nel trattare l’argomento, chi andandoci piano, chi scadendo nei soliti errori quando si parla di persone transgender – nota di merito a Repubblica che nel suo articolo ha parlato nel modo più rispettoso possibile dell’argomento. Però – c’è un grosso però.
????Come al solito i giornalisti italiani non capiscono quello che leggono e scrivono cose – senza informarsi cinque minuti prima di postare. Elliot non si identifica come un uomo, ma come una persona non binary, ovvero una persona che non si riconosce nei tradizionali generi binari “uomo” e “donna”; la scelta di usare i pronomi maschili e plurali (they/them) è una scelta personale ma non significa che sia uno o l’altro. È non-binary, punto, definirlu un uomo è un errore grave – che semplicemente crea ancora stigma inutile – e purtroppo molte testate italiane hanno fatto sotto intendere questo.
????????Da sottolineare che il termine non-binary cade sotto il grande ombrello transgender – che può essere binario (uomo/donna) e non binario (non-binary, agender, bigender ecc.) – quindi capiamo come abbiano ragionato certu giornalistu nell’approccio all’argomento.
Se all’occhio italiano il pronome they/them (loro) è strano, non lo è per una lingua come l’inglese la cui morfologia è influenzata poco o niente dall’uso del pronome plurale per indicare una singola persona. È corretto utilizzare in italiano il pronome maschile con cui si trova a suo agio, ma Elliot non è un uomo – e spero sia chiaro ai giornalisti la differenza tra sesso biologico e genere…

????️ Inoltre vorremmo sottolineare che quasi tutti i commenti sotto i post che abbiamo visto sono transfobici, misogini e omofobici in tantissimi modi. Gente che continua a chiamarlo per il nome con cui era noto precedentemente, chi dice “Mi sono s*g*to sulle tue foto”, chi dice “che peccato”, chi usa il femminile, abbiamo letto praticamente ogni insulto e offesa possibile.

????️‍????Il messaggio di Elliot è di speranza e di libertà personale, ma anche una chiara dichiarazione indirizzata ai media e alle personalità di spicco che rendono la vita delle persone transgender un autentico inferno.

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CHIUSO LABORATORIO HIV/AIDS A MESSINA: COSA STA SUCCEDENDO?

????L’1 Dicembre è la giornata internazionale della lotta contro l’HIV\AIDS.
???? In questi stessi giorni, insieme a tanti altri servizi sanitari importantissimi depotenziati a causa della pandemia da Covid-19, a destare preoccupazione è la totale chiusura del laboratorio per i test HIV/AIDS del Policlinico G.Martino di Messina.
‼️Questa scelta errata che può portare a gravi conseguenze sul piano del tracciamento e della diagnosi tempestiva dell’infezione da HIV, -indispensabile per la possibilità di una vita sana di chi entra a contatto con il virus- va ad inserirsi nel già preoccupante quadro epidemiologico del virus HIV in Sicilia, dove vediamo fino al 2019 un andamento cronologico a rialzo delle diagnosi, in controtendenza rispetto alla curva nazionale.
➡️Per questo motivo sabato 5 dicembre il nostro collettivo ha deciso di dedicare la sua prima diretta Facebook al tema della sieropositività, sia da un punto di vista generale per quanto riguarda gli strumenti sanitari disponibili nella nostra regione sia per la preoccupante situazione dovuta al Covid-19. Abbiamo inoltre deciso di invitare sieroattivist* delle realtà locali per discutere di come lo stigma vada a caricare sulle spalle delle persone sieropositive altre preoccupazioni da un punto di vista sociale, culturale, familiare e lavorativo.
????️Sabato 5 Dicembre
????H16
????Diretta streaming dalla pagina Liberazione Queer+ Messina
????Interverranno:
Prof. Gianfranco Pellicanò – Responsabile dell’Ambulatorio di Prevenzione, Diagnosi e Cura HIV/AIDS presso l’U.O.C. Malattie Infettive del Policlinico Universitario di Messina

Mario Cascio –

Nps sezione Sicilia ONLUS

Sandro Mattioli –

PLUS – persone LGBT sieropositive

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DESINENZE NEUTRE IN ITALIANO

????In italiano non esiste il neutro. Non perché qualche regola grammaticale lo vieti, ma perché non è di uso comune. L’unico fattore determinante per l’integrazione di una parola (o una variazione in generale) è che questa sia usata nel linguaggio comune. In una società binaria è ovvio che l’uso di una terza desinenza (-u o schwa) sembri una violenza alla lingua. Fatto sta che, tuttavia, non lo è.
✒️A livello morfologico sarebbe molto più semplice aggiungere una desinenza per il terzo genere {u} o {ə} in quanto già presenti nel trapezio vocalico italiano (la u in quello dell’italiano standard, la ə in quello dei vocalismi meridionali). Quando si parla di “stupro della lingua italiana” bisognerebbe essere consci del fatto che la lingua cambia e si modifica di pari passo con la società.
????Per esempio, l’aggiunta, nel parlato comune, di parole inglesi “italianizzate” (postare, likare, tiltare ecc) che, a livello morfologico, rendono molto più complessa la loro analisi. Eppure, in nome della globalizzazione, sono perfettamente accettati.
????️‍????La terza desinenza neutra non si vuole ergere a paladina della società per cancellare i binari maschile e femminile, ma vuole rendersi una terza opzione per includere le persone che non si riconoscono nei due generi binari. Perciò non si vuole dire solo “buongiorno a tuttu” ma sarebbe “buongiorno a tutti, tutte e tuttu”.????️‍⚧️

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OLTRE IL BINARIO

⏳In vista del TDOR (Transgender Day Of Remembrance), ci sentiamo in dovere di prepararci alla giornata con una breve spiegazione di cosa andiamo a “ricordare”.
????L’evento, che ricorre il 20 novembre, venne introdotto da Gwendolyn Ann Smith in ricordo di Rita Hester, il cui assassinio (avvenuto nel 1998, a fine novembre) diede avvio al progetto web “Remembering Our Dead” e, a partire dal 1999, a una veglia a lume di candela a San Francisco. Da allora l’evento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.
????Le persone transgender non solo vivono un disagio personale ma anche un disagio sociale, il tutto causato dalla società cis-eteronormativa in cui siamo calati. Essere transgender non significa solo “voler essere un/a uomo/donna”, significa autodeterminare la propria esistenza, a prescindere da chi che vuole la società. Società ancora restia a lasciar andare certi stereotipi di genere.
⚠️Dal “esistono solo due generi” (utilizzando erroneamente il termine genere al posto di sesso biologico e per di più ignorando completamente delle basiche nozioni di anatomia – ovvero le variazioni intersex) al “non sarai mai ‘completo’ “, le persone transgender vengono continuamente mancate di rispetto dai media, dalla società e, purtroppo, anche dalla comunità LGBTQIA+ stessa.
????Il disagio aumenta ancora se parliamo di persone transgender non binarie, le cui varie identità (abbracciate dal termine ombrello non-binary) vengono continuamente screditate e sminuite. Solo in tempi recenti si è cominciato a parlare di identità nonbinarie, proprio per questo spesso vengono coniati nuovi nomi e bandiere che abbraccino le persone che cercano un nome alla propria identità.
❌“Non sei abbastanza uomo/donna/androgino”.
La violenza verso le persone transgender sa essere subdola, ma anche esplicita e tremenda. A volte si giunge alla violenza fisica. Sperando di raggingere un giorno in cui non dovremo più citare nuovi nomi durante la ricorrenza annuale, Liberazione Queer+ Messina è vicina e lotta per i diritti delle persone transgender.

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TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE: I DATI

⚠️TW: TRANSFOBIA, OMICIDIO, SUICIDIO, VIOLENZA
❌Tra ottobre 2019 e settembre 2020 sono state uccise 350 persone trans in tutto il mondo. Il numero di persone uccise è aumentato molto negli ultimi 10 anni.
????Il 98% delle vittime erano donne trans o femme (persone con un’espressione di genere considerata femminile)
????Il 62% erano sex workers.

Il 79% negli Stati Uniti erano persone di colore.
Il 50% di coloro uccisu in Europa erano migranti
Il posto della morte è soprattutto la strada e la casa delle vittime
L’età media è di 31 anni e la vittima più giovane aveva 15 anni
❗️È importante notare come il rischio di morte sia più alto soprattutto tra le persone non bianche, migranti, sex workers e persone TMA (persone colpite da trans-misoginia, quindi donne e femme).

☮️È importante ricordare queste morti perchè sono troppo spesso ignorate e cancellate.

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TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE

⚠️TW: MENZIONE DI OMICIDIO, SUICIDIO E VIOLENZA GENERICA⚠️
Eduarda, 41 anni. Nel 2019 ricevette l’avviso di sfratto. Tenne testa a varie difficoltà economiche, senza chiedere aiuto a nessuno. Voleva farcela da sola. Il 13 gennaio, poco prima che avvenisse lo sfratto, Eduarda è stata sopraffatta dalla disperazione, al pensiero di perdere il suo ultimo rifugio sicuro. Ha aperto i tubi del gas, scatenando l’incendio che ha posto fine alla sua stessa vita.
Frosinone, il 16 gennaio. È stata trovata morta nella sua abitazione una donna transessuale di 50 anni, di origini sudamericane. È giallo sulla sua morte, non si esclude motivo transfobico, ma i giornalisti continuano a chiamarla al maschile.
Manuela De Cassia, 48 anni, sex worker. Viveva in Italia da almeno 4 anni, aveva legato con i vicini, a Milano. Il 20 luglio è stata segnalata, dagli stessi vicini, una fuga di gas proveniente dalla sua abitazione. I pompieri, dopo aver forzato la porta, entrano e trovano il cadavere di Manuela, trafitto da almeno 80 coltellate.
Steffany Dior, 36 anni. È stata trovata priva di vita a Roma. A dare l’allarme, una donna di 43 anni che dichiarava di averla investita, ma che il corpo era già esanime al momento dell’impatto. Le circostanze sono sospette. Non si esclude il movente transfobico, come sottolinea il presidente di Arcigay Roma.
Francesca Galatro, 66 anni. Laureata in ingegneria, ha anche insegnato. Residente in un centro d’accoglienza a Vallo, cercava casa, sperando in un futuro migliore. Il 18 agosto è stata uccisa a coltellate da un conoscente.
Questi sono solo alcuni nomi di tutte le vittime di transfobia in Italia. Qui vige un sistema nutrito di pregiudizio che ha portato a 42 casi di omicidio dal 2008 al 2020, il numero più alto finora registrato in Europa
Il dibattito sull’identità di genere è ancora poco usuale nella narrazione mediatica dominante; questo è uno dei motivi per cui le notizie delle aggressioni – tuttora frequenti – non trovano la loro legittima rappresentazione su un piano semplicemente divulgativo.
Il Transgender Day of Remembrance si afferma come ricorrenza annuale a partire dal 1999 per dare voce a chi ogni giorno subisce le conseguenze di un sistema divorato dal parassita della transfobia, che si manifesta in tutto il mondo, senza avere una reale possibilità di difendersi, nemmeno dal misgendering dei giornalisti.
Vogliamo che “TDOR” si intenda anche come Transgender Day of Rage: vogliamo che al ricordo si affianchi la rabbia. La stessa rabbia che ci porta a esporci e a denunciare tutto ciò che danneggia un’intera comunità per il semplice fatto di esistere. Non possiamo accettarlo.
Noi di Liberazione Queer Messina, come collettivo transfemminista, ci schieriamo contro queste dinamiche di potere e lotteremo affinché sia possibile per gli individui transgender vivere la propria vita in libertà. Ci mettiamo la voce, l’animo e la fratellanza nella lotta.
ALTRE VICENDE DI DISCRIMINAZIONE E AGGRESSIONE:
Pordenone, donna viene aggredita mentre stava portando il cane fuori casa. Lo sconosciuto procede con l’aggressione fisica dopo aver pronunciato frasi come “sei un trans, sei un uomo con la parrucca”.
Federica Bazzacco, coinvolta in una rissa insieme all’amico Iconize. Le viene lanciata una sedia di metallo in faccia, dopo aver cercato di difendere entrambi dagli insulti omotransfobici del tavolo a fianco.
Antonia Monopoli, attivista. Viene contattata numerose volte da un uomo tramite telefono, il quale le urla che “la gente come lei dovrebbe finire nei forni crematori”.
Dalia Smeraldi, in arte Abicocca, streamer e YouTuber. L’attivista era stata chiamata da alcuni ragazzi dell’Istituto superiore di Pisa per approfondire la tematica transgender durante un’autogestione. Il suo intervento viene cancellato per “mancanza di contraddittorio”.
Ciro Migliore, ex fidanzato di Maria Paola Gaglione. Il fratello di lei si cimenta in un inseguimento con lo scooter per “dare loro una lezione”, non accettando la condizione transgender del ragazzo. Uccide involontariamente la sorella e lesiona gravemente Ciro.
Sassari, due ragazze trans vengono aggredite fuori da un locale gay-friendly. Il video registrato da un passante mostra gli schiaffi e le sedie con cui hanno colpito una delle ragazze.
Roma, ragazzo 22enne rapina e picchia quattro sex workers transgender come risarcimento per il rapporto consumato “non con persone di sesso femminile”.

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UNGHERIA E COMUNITÀ LGBTQ+

????Ci risiamo: dopo maggio, pochi giorni fa avviene l’ennesimo attacco

alla comunità LGBTQ+ ungherese.
????Viene proposta una modifica alle leggi riguardanti l’adozione genitoriale: se prima era sufficiente essere una coppia, adesso serve il matrimonio, che in Ungheria è legalmente visto come “unione fra uomo e donna”.
????A questo si aggiunge anche l’incidenza di altre restrizioni (che rappresentano, per certi aspetti, un’ulteriore caduta verso l’autoritarianismo) legate ai contagi del Covid.
????L’obiettivo finale è chiaro e ci viene pure sottolineato (da parte di altre associazioni a protezioni dei diritti umani come Hàttér Society) e da altre politiche (come Bernadett Szél, indipendente, e Katalin Cseh, partito d’opposizione Momentum); inoltre è presupposta dalle leggi precedenti l’impossibilità di manifestazione di dissenso, e questo mina le possibilità di “contrattaccare”.
????????L’Unione Europea risponde facendo sapere che la garanzia dei diritti e della dignità del singolo è centrale e insostituibile nelle Costituzioni dei Paesi membri, tirando in causa anche la Polonia, dove il partito Diritto E Giustizia ha incentrato il suo programma sulla lotta alla famosa “ideologia LGBTI” (fallendo pure nello scrivere correttamente il nome).
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