CHIUSO LABORATORIO HIV/AIDS A MESSINA: COSA STA SUCCEDENDO?

????L’1 Dicembre è la giornata internazionale della lotta contro l’HIV\AIDS.
???? In questi stessi giorni, insieme a tanti altri servizi sanitari importantissimi depotenziati a causa della pandemia da Covid-19, a destare preoccupazione è la totale chiusura del laboratorio per i test HIV/AIDS del Policlinico G.Martino di Messina.
‼️Questa scelta errata che può portare a gravi conseguenze sul piano del tracciamento e della diagnosi tempestiva dell’infezione da HIV, -indispensabile per la possibilità di una vita sana di chi entra a contatto con il virus- va ad inserirsi nel già preoccupante quadro epidemiologico del virus HIV in Sicilia, dove vediamo fino al 2019 un andamento cronologico a rialzo delle diagnosi, in controtendenza rispetto alla curva nazionale.
➡️Per questo motivo sabato 5 dicembre il nostro collettivo ha deciso di dedicare la sua prima diretta Facebook al tema della sieropositività, sia da un punto di vista generale per quanto riguarda gli strumenti sanitari disponibili nella nostra regione sia per la preoccupante situazione dovuta al Covid-19. Abbiamo inoltre deciso di invitare sieroattivist* delle realtà locali per discutere di come lo stigma vada a caricare sulle spalle delle persone sieropositive altre preoccupazioni da un punto di vista sociale, culturale, familiare e lavorativo.
????️Sabato 5 Dicembre
????H16
????Diretta streaming dalla pagina Liberazione Queer+ Messina
????Interverranno:
Prof. Gianfranco Pellicanò – Responsabile dell’Ambulatorio di Prevenzione, Diagnosi e Cura HIV/AIDS presso l’U.O.C. Malattie Infettive del Policlinico Universitario di Messina

Mario Cascio –

Nps sezione Sicilia ONLUS

Sandro Mattioli –

PLUS – persone LGBT sieropositive

—>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)

DESINENZE NEUTRE IN ITALIANO

????In italiano non esiste il neutro. Non perché qualche regola grammaticale lo vieti, ma perché non è di uso comune. L’unico fattore determinante per l’integrazione di una parola (o una variazione in generale) è che questa sia usata nel linguaggio comune. In una società binaria è ovvio che l’uso di una terza desinenza (-u o schwa) sembri una violenza alla lingua. Fatto sta che, tuttavia, non lo è.
✒️A livello morfologico sarebbe molto più semplice aggiungere una desinenza per il terzo genere {u} o {ə} in quanto già presenti nel trapezio vocalico italiano (la u in quello dell’italiano standard, la ə in quello dei vocalismi meridionali). Quando si parla di “stupro della lingua italiana” bisognerebbe essere consci del fatto che la lingua cambia e si modifica di pari passo con la società.
????Per esempio, l’aggiunta, nel parlato comune, di parole inglesi “italianizzate” (postare, likare, tiltare ecc) che, a livello morfologico, rendono molto più complessa la loro analisi. Eppure, in nome della globalizzazione, sono perfettamente accettati.
????️‍????La terza desinenza neutra non si vuole ergere a paladina della società per cancellare i binari maschile e femminile, ma vuole rendersi una terza opzione per includere le persone che non si riconoscono nei due generi binari. Perciò non si vuole dire solo “buongiorno a tuttu” ma sarebbe “buongiorno a tutti, tutte e tuttu”.????️‍⚧️

—>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)

OLTRE IL BINARIO

⏳In vista del TDOR (Transgender Day Of Remembrance), ci sentiamo in dovere di prepararci alla giornata con una breve spiegazione di cosa andiamo a “ricordare”.
????L’evento, che ricorre il 20 novembre, venne introdotto da Gwendolyn Ann Smith in ricordo di Rita Hester, il cui assassinio (avvenuto nel 1998, a fine novembre) diede avvio al progetto web “Remembering Our Dead” e, a partire dal 1999, a una veglia a lume di candela a San Francisco. Da allora l’evento è cresciuto fino a comprendere commemorazioni in centinaia di città in tutto il mondo.
????Le persone transgender non solo vivono un disagio personale ma anche un disagio sociale, il tutto causato dalla società cis-eteronormativa in cui siamo calati. Essere transgender non significa solo “voler essere un/a uomo/donna”, significa autodeterminare la propria esistenza, a prescindere da chi che vuole la società. Società ancora restia a lasciar andare certi stereotipi di genere.
⚠️Dal “esistono solo due generi” (utilizzando erroneamente il termine genere al posto di sesso biologico e per di più ignorando completamente delle basiche nozioni di anatomia – ovvero le variazioni intersex) al “non sarai mai ‘completo’ “, le persone transgender vengono continuamente mancate di rispetto dai media, dalla società e, purtroppo, anche dalla comunità LGBTQIA+ stessa.
????Il disagio aumenta ancora se parliamo di persone transgender non binarie, le cui varie identità (abbracciate dal termine ombrello non-binary) vengono continuamente screditate e sminuite. Solo in tempi recenti si è cominciato a parlare di identità nonbinarie, proprio per questo spesso vengono coniati nuovi nomi e bandiere che abbraccino le persone che cercano un nome alla propria identità.
❌“Non sei abbastanza uomo/donna/androgino”.
La violenza verso le persone transgender sa essere subdola, ma anche esplicita e tremenda. A volte si giunge alla violenza fisica. Sperando di raggingere un giorno in cui non dovremo più citare nuovi nomi durante la ricorrenza annuale, Liberazione Queer+ Messina è vicina e lotta per i diritti delle persone transgender.

—>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)

TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE: I DATI

⚠️TW: TRANSFOBIA, OMICIDIO, SUICIDIO, VIOLENZA
❌Tra ottobre 2019 e settembre 2020 sono state uccise 350 persone trans in tutto il mondo. Il numero di persone uccise è aumentato molto negli ultimi 10 anni.
????Il 98% delle vittime erano donne trans o femme (persone con un’espressione di genere considerata femminile)
????Il 62% erano sex workers.

Il 79% negli Stati Uniti erano persone di colore.
Il 50% di coloro uccisu in Europa erano migranti
Il posto della morte è soprattutto la strada e la casa delle vittime
L’età media è di 31 anni e la vittima più giovane aveva 15 anni
❗️È importante notare come il rischio di morte sia più alto soprattutto tra le persone non bianche, migranti, sex workers e persone TMA (persone colpite da trans-misoginia, quindi donne e femme).

☮️È importante ricordare queste morti perchè sono troppo spesso ignorate e cancellate.

—>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e Instagram (@liberazionequeer_messina)

TRANSGENDER DAY OF REMEMBRANCE

⚠️TW: MENZIONE DI OMICIDIO, SUICIDIO E VIOLENZA GENERICA⚠️
Eduarda, 41 anni. Nel 2019 ricevette l’avviso di sfratto. Tenne testa a varie difficoltà economiche, senza chiedere aiuto a nessuno. Voleva farcela da sola. Il 13 gennaio, poco prima che avvenisse lo sfratto, Eduarda è stata sopraffatta dalla disperazione, al pensiero di perdere il suo ultimo rifugio sicuro. Ha aperto i tubi del gas, scatenando l’incendio che ha posto fine alla sua stessa vita.
Frosinone, il 16 gennaio. È stata trovata morta nella sua abitazione una donna transessuale di 50 anni, di origini sudamericane. È giallo sulla sua morte, non si esclude motivo transfobico, ma i giornalisti continuano a chiamarla al maschile.
Manuela De Cassia, 48 anni, sex worker. Viveva in Italia da almeno 4 anni, aveva legato con i vicini, a Milano. Il 20 luglio è stata segnalata, dagli stessi vicini, una fuga di gas proveniente dalla sua abitazione. I pompieri, dopo aver forzato la porta, entrano e trovano il cadavere di Manuela, trafitto da almeno 80 coltellate.
Steffany Dior, 36 anni. È stata trovata priva di vita a Roma. A dare l’allarme, una donna di 43 anni che dichiarava di averla investita, ma che il corpo era già esanime al momento dell’impatto. Le circostanze sono sospette. Non si esclude il movente transfobico, come sottolinea il presidente di Arcigay Roma.
Francesca Galatro, 66 anni. Laureata in ingegneria, ha anche insegnato. Residente in un centro d’accoglienza a Vallo, cercava casa, sperando in un futuro migliore. Il 18 agosto è stata uccisa a coltellate da un conoscente.
Questi sono solo alcuni nomi di tutte le vittime di transfobia in Italia. Qui vige un sistema nutrito di pregiudizio che ha portato a 42 casi di omicidio dal 2008 al 2020, il numero più alto finora registrato in Europa
Il dibattito sull’identità di genere è ancora poco usuale nella narrazione mediatica dominante; questo è uno dei motivi per cui le notizie delle aggressioni – tuttora frequenti – non trovano la loro legittima rappresentazione su un piano semplicemente divulgativo.
Il Transgender Day of Remembrance si afferma come ricorrenza annuale a partire dal 1999 per dare voce a chi ogni giorno subisce le conseguenze di un sistema divorato dal parassita della transfobia, che si manifesta in tutto il mondo, senza avere una reale possibilità di difendersi, nemmeno dal misgendering dei giornalisti.
Vogliamo che “TDOR” si intenda anche come Transgender Day of Rage: vogliamo che al ricordo si affianchi la rabbia. La stessa rabbia che ci porta a esporci e a denunciare tutto ciò che danneggia un’intera comunità per il semplice fatto di esistere. Non possiamo accettarlo.
Noi di Liberazione Queer Messina, come collettivo transfemminista, ci schieriamo contro queste dinamiche di potere e lotteremo affinché sia possibile per gli individui transgender vivere la propria vita in libertà. Ci mettiamo la voce, l’animo e la fratellanza nella lotta.
ALTRE VICENDE DI DISCRIMINAZIONE E AGGRESSIONE:
Pordenone, donna viene aggredita mentre stava portando il cane fuori casa. Lo sconosciuto procede con l’aggressione fisica dopo aver pronunciato frasi come “sei un trans, sei un uomo con la parrucca”.
Federica Bazzacco, coinvolta in una rissa insieme all’amico Iconize. Le viene lanciata una sedia di metallo in faccia, dopo aver cercato di difendere entrambi dagli insulti omotransfobici del tavolo a fianco.
Antonia Monopoli, attivista. Viene contattata numerose volte da un uomo tramite telefono, il quale le urla che “la gente come lei dovrebbe finire nei forni crematori”.
Dalia Smeraldi, in arte Abicocca, streamer e YouTuber. L’attivista era stata chiamata da alcuni ragazzi dell’Istituto superiore di Pisa per approfondire la tematica transgender durante un’autogestione. Il suo intervento viene cancellato per “mancanza di contraddittorio”.
Ciro Migliore, ex fidanzato di Maria Paola Gaglione. Il fratello di lei si cimenta in un inseguimento con lo scooter per “dare loro una lezione”, non accettando la condizione transgender del ragazzo. Uccide involontariamente la sorella e lesiona gravemente Ciro.
Sassari, due ragazze trans vengono aggredite fuori da un locale gay-friendly. Il video registrato da un passante mostra gli schiaffi e le sedie con cui hanno colpito una delle ragazze.
Roma, ragazzo 22enne rapina e picchia quattro sex workers transgender come risarcimento per il rapporto consumato “non con persone di sesso femminile”.

—>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e Instagram (@liberazionequeer_messina)

UNGHERIA E COMUNITÀ LGBTQ+

????Ci risiamo: dopo maggio, pochi giorni fa avviene l’ennesimo attacco

alla comunità LGBTQ+ ungherese.
????Viene proposta una modifica alle leggi riguardanti l’adozione genitoriale: se prima era sufficiente essere una coppia, adesso serve il matrimonio, che in Ungheria è legalmente visto come “unione fra uomo e donna”.
????A questo si aggiunge anche l’incidenza di altre restrizioni (che rappresentano, per certi aspetti, un’ulteriore caduta verso l’autoritarianismo) legate ai contagi del Covid.
????L’obiettivo finale è chiaro e ci viene pure sottolineato (da parte di altre associazioni a protezioni dei diritti umani come Hàttér Society) e da altre politiche (come Bernadett Szél, indipendente, e Katalin Cseh, partito d’opposizione Momentum); inoltre è presupposta dalle leggi precedenti l’impossibilità di manifestazione di dissenso, e questo mina le possibilità di “contrattaccare”.
????????L’Unione Europea risponde facendo sapere che la garanzia dei diritti e della dignità del singolo è centrale e insostituibile nelle Costituzioni dei Paesi membri, tirando in causa anche la Polonia, dove il partito Diritto E Giustizia ha incentrato il suo programma sulla lotta alla famosa “ideologia LGBTI” (fallendo pure nello scrivere correttamente il nome).
—>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e Instagram (@liberazionequeer_messina)

L’ULTIMO VIDEO DI CAPALDI È DISINFORMATIVO – COME SEMPRE…

????Se siete informatu sulle recenti vicende del web sicuramente avrete sentito riemergere il nome di Marco Crepaldi in compagnia di certi “grievance studies” e di un forte supporto di figure incel in tutto il web.
????Ma cosa sono questi grievance studies? Sono dei testi inviati a pubblicazioni accademiche, dal 2017 al 2019 che contenevano tesi fuorvianti: da connessioni fra gli atti d’accoppiamento dei cani alla cultura machista e della violenza alla ripresa del libro Mein Kampf con modifica di parole chiave per “accomodare l’ideologia femminista”.
????????Essi sono stati usati da Crepaldi per creare una connessione -infondata- fra femminismo/misandria e gli studi sociali, tutto questo serve a giustificare un’ideologizzazione di questi ambienti come portatori di valori sbagliati e idee “radicali” e il suo appello al nostro spirito critico sembra più forte che mai.
????Ma entriamo nel merito con dei dati (link alla cartella Drive che li contiene sotto): in un arco di 3 anni sono state accettate solo 7 e di queste pubblicate 4, 6 ritirate per mancanza di tempo o cause eventuali e nonostante la grande maggioranza di essi fossero arrivati al controllo finale molto spesso il cestinamento è stato inevitabile; loro stessi ammettono che i tentativi hanno coinvolto le più grandi testate per poi passare alle alternative (dopo il rifiuto) e che si sono dovuti inventare tesi più elaborate per convincere chi controllava la pubblicazione.
????Ancora più sospetto il fatto che il giornale Gender, Place and Culture sia stato definito un “leader nella geografia femminista” quando in realtà il suo fattore d’impatto lo pone solo tredicesimo posto su 40 giornali totali nella categoria di pubblicazione “women’s studies”: ormai è chiaro che la considerazione data ai loro elaborati è stata ingrandita di molto per servire gli scopi dei tre autori.
????Vorremmo sottolineare il fatto che questo non è l’unico campo di studi in cui avvengono valutazioni erronee o pubblicazioni di hoax, che infatti si estendono alle scienze dure senza minare l’affidabilità o la neutralità degli ambienti accademici.
–>Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)

RTP E IL CASO DI “UNA DONNA E UN TRANSESSUALE”

????

L'immagine può contenere: 2 persone, il seguente testo "STOP SEX-WORK SHAMING cambiamo il modo con cui ne parliamo SEX WORK IS QUE WORK MESSINA"

In quanto collettivo messinese è più che doveroso commentare questo episodio spiacevole passato al telegiornale locale – ringraziamo unu follower per la segnalazione. Rtp, giorno 26 Novembre, all’ora di pranzo, tra i vari servizi proposti, parla di una serie di arresti nei confronti di un uomo che av
rebbe utilizzato il proprio appartamento come casa d’incontri tra sex workers e clienti.
????Nulla di nuovo, nulla di sconvolgente – se non fosse per come ne è stato parlato. Innanzitutto, alla lettura a inizio diretta dei servizi, si parla di “una donna e un transessuale” coinvoltu in un blitz. Si sottolinea più volte, nel servizio, che altru sex-workers erano di origine straniera – alimentando la visione popolare delle persone straniere come oggetti sessuali/sessualizzabili – e continuando a utilizzare il termine “prostitute”, una parola veramente obsoleta con i tempi che corrono.
????Ciò che veramente ci ha fatto mobilitare è stata la frase “[…] due donne, anzi, una donna e un transessuale di origine campane […]”. Perché sottolineare la transessualità della persona? Il servizio continua utili
zzando il femminile plurale riferendosi allu sex-workers – facendoci intuire che entrambe fossero cis e/o si identificassero come donne -, ma qual è lo scopo di spiattellare allo spettatore l’identità di genere di una persona in modo così dispregiativo – “anzi, un transessuale”?
????Questo atteggiamento – di sottolineare la nazionalità o l’identità di genere non conforme – porta solamente a un rafforzamento nell’immaginario collettivo che le persone non bianche e non cis sono più propense a lavorare come sex-workers – nell’accezione più dispregiativa e disumanizzante possibile.
–> Ci trovate su Facebok (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)

ENNESIMO CASO DI TRANSFOBIA IN SICILIA

❌ENNESIMO CASO DI TRANSFOBIA A CATANIA❌
????La st

ilista Cori Amenta ha denunciato sul suo profilo Instagram con un Reel (che condivideremo nelle storie e lasceremo in evidenza) il caso di transfobia che l’ha coinvolta nel suo recentissimo viaggio aereo, partenza dall’aeroporto di Catania.
????Essendo un collettivo queer della r
egione è nostro dovere segnalare queste nefandezze che avvengono nel territorio.
????????È passata una sola settimana dal Transgender Day of Remembrance (TDoR) e come se nulla fosse degli addetti ai controlli dell’aeroporto catanese trovano divertente fare battute come “puppu, calamaru” e altre oscenità che nel dialetto siciliano indicano una sola cosa: fr**io.
????Viviamo in un Paese in cui dobbiamo urlare per avere una legge che ci difenda, viviamo in un Paese in cui quella stessa legge viene completamente ignorata — e se provi ad opporti vieni accerchiato da cinque agenti della Polizia che minacciano di farti perdere l’areo e ti consigliano caldamente di andartene.
⁉️Viviamo in un Paese che nega continuamente la vergognosa cultura che la inonda da sempre, una cultura di disprezzo e risa verso chi non è conforme. È veramente disgustoso dover assistere a casi di violenza così, ed è altrettanto disgustoso essere inermi di fronte alle Forze dell’Ordine.
????Siamo vicinu a Cori e saremo sempre prontu ad accoglierla in Sicilia a braccia aperte – magari con una gomitata al transfobico di turno.
–> Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)

CONTRO LA VIOLENZA SUGLI UOMINI E LE PERSONE QUEER

TW: ABUSI SESSUALI, VIOLENZA

Un problema spesso troppo sottovalutato nel nostro Paese è la violenza rivolta agli uomini. Vari stereotipi gravitano intorno al loro ruolo nella società: in occasione del trascorso #InternationalMen’sDay, abbiamo deciso di affrontarne alcuni.

Oltre a ricevere una scarna educazione all’intelligenza emotiva, a subire ideali di perfezione inarrivabili per la vita di tutti i giorni, si arriva a supportare credenze ancora più infondate come “l’uomo cis non può essere violentato sessualmente, a causa della sua conformazione biologica”. In realtà, è stato dimostrato da divers* studios* che i meccanismi dietro un’erezione -e una possibile eiaculazione- coinvolgono anche fattori farmacologici e psicologici. Questa convinzione porta ad ignorare il 18,8% di uomini che nel 2015-2016 ha dichiarato di aver subito approcci indesiderati a lavoro (fonte: Istat).

Un’altra difficoltà correlata è la violenza fisica. Erroneamente, l’uomo cis viene considerato per costituzione più possente rispetto alla donna cis: questo lo renderebbe immune a qualsiasi attacco fisico dalla controparte? No. Alcuni studi americani dimostrano che in una coppia la donna ha le stesse capacità di aggredire il partner, preferendo però oggetti di vario tipo, dai coltelli alle bottiglie.
L’idea che l’uomo potrebbe “comunque difendersi facilmente” lascia da parte tutte le dinamiche psicologiche che entrano in gioco in un caso di violenza domestica -chi vorrebbe ferire a sua volta la persona che si ama?
Grave la scarsità di centri antiviolenza dedicati anche agli uomini, soprattutto in Italia.

Riguardo il lavoro; in un’epoca in cui la crisi economica investe anche le classi più privilegiate, permane una pressione concreta nei confronti della sfera maschile sulla carriera lavorativa. Nelle mentalità più ristrette, un “fallito” è colui che non trova impiego, un posto di rilievo o dominante nel mondo professionale; va peggiorando se in una relazione cis-etero è solo la donna a portare il contributo economico alla famiglia, che per qualche ragione porta a vedere il partner maschile necessariamente come un mantenuto e un pigro.

Ultime ma non per importanza, includiamo anche le violenze a danno di uomini gay, bisessuali, transgender (/queer con espressione maschile). Inutile sottolineare quanto le relazioni achillee attirino in particolare aggressioni fisiche, ma anche atti vandalici, commenti disgustosi e minacce. Sembra che tali vicende siano da ricondurre ad un particolare stigma che coinvolge ciò che viene percepito come “poco virile” o da “f*oci” -che per la legge della mascolinità tossica si tratta di un grave illecito. Discriminazioni che potrebbero ancora tutt’oggi portare ad esclusioni di tipo sociale o lavorative.

–> Ci trovate su Facebook (Liberazione Queer+ Messina) e su Instagram (@liberazionequeer_messina)