Se siete informatu sulle recenti vicende del web sicuramente avrete sentito riemergere il nome di Marco Crepaldi in compagnia di certi “grievance studies” e di un forte supporto di figure incel in tutto il web.
Ma cosa sono questi grievance studies? Sono dei testi inviati a pubblicazioni accademiche, dal 2017 al 2019 che contenevano tesi fuorvianti: da connessioni fra gli atti d’accoppiamento dei cani alla cultura machista e della violenza alla ripresa del libro Mein Kampf con modifica di parole chiave per “accomodare l’ideologia femminista”.
Essi sono stati usati da Crepaldi per creare una connessione -infondata- fra femminismo/misandria e gli studi sociali, tutto questo serve a giustificare un’ideologizzazione di questi ambienti come portatori di valori sbagliati e idee “radicali” e il suo appello al nostro spirito critico sembra più forte che mai.
Ma entriamo nel merito con dei dati (link alla cartella Drive che li contiene sotto): in un arco di 3 anni sono state accettate solo 7 e di queste pubblicate 4, 6 ritirate per mancanza di tempo o cause eventuali e nonostante la grande maggioranza di essi fossero arrivati al controllo finale molto spesso il cestinamento è stato inevitabile; loro stessi ammettono che i tentativi hanno coinvolto le più grandi testate per poi passare alle alternative (dopo il rifiuto) e che si sono dovuti inventare tesi più elaborate per convincere chi controllava la pubblicazione.
Ancora più sospetto il fatto che il giornale Gender, Place and Culture sia stato definito un “leader nella geografia femminista” quando in realtà il suo fattore d’impatto lo pone solo tredicesimo posto su 40 giornali totali nella categoria di pubblicazione “women’s studies”: ormai è chiaro che la considerazione data ai loro elaborati è stata ingrandita di molto per servire gli scopi dei tre autori.
Vorremmo sottolineare il fatto che questo non è l’unico campo di studi in cui avvengono valutazioni erronee o pubblicazioni di hoax, che infatti si estendono alle scienze dure senza minare l’affidabilità o la neutralità degli ambienti accademici.
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